Fizzo è il mio soprannome e a dir la verità ormai tutti mi conoscono più per questo soprannome che per il mio cognome

Tant’è che molte volte la posta a casa mi arriva a nome Luca Fizzo invece che Luca Fabbro.

La storia che vi sto per raccontare parte nell’inverno del 1987, quando io (20 anni) assieme a mio fratello Fabrizio, detto Bicio (17 anni) e alla nostra super mamma, la mitica Severina, decidemmo per necessità ma anche per gioco di aprire un piccolo localino nei pressi di piazza Drago.

Lo chiamammo Spuntì Bar e nell’impostazione decidemmo di farne una piccola paninoteca con un po’ di enoteca e birreria.

Fin da subito le cose girarono per il verso giusto, in virtù anche del fatto che a Jesolo avevamo parecchi amici su cui contare e infatti già durante il primo anno il locale diventò per molti luogo di incontro per far quattro chiacchere tra un panino, una birra e un buon bicchiere di vino. Ma la svolta, e l’inizio inconsapevole di una grande storia, arrivò un sabato sera. Il locale era pieno e la gente parlava a voce più alta del solito; a un certo punto io decisi di alzare il volume della musica come non avevo mai fatto e come d’incanto io e mio fratello ci rendemmo conto di come l’atmosfera cambiò completamente.

Lo so che a raccontarla oggi sembra ‘na stronzata ma al tempo si andava nei locali per chiacchierare e ber ‘na roba, la musica era quasi inesistente, era da contorno. Se si voleva ascoltar musica si andava in discoteca, non nei bar.

Comunque quella sera ne usci un festone. Bicio che si sbizzarriva a proporre cocktails e io che, con le allora musicassette, cambiavo generi musicali da un improvvisato impianto audio.

Non sembrava più la tranquilla paninoteca di ritrovo, ma un luogo da far nottata, un party a tutti gli effetti!

Senza rendercene conto stavamo inventando un primo rudimentale discobar.

Nei giorni successivi comprammo un impianto audio migliore, Bicio si specializzò sempre di più nella proposta dei drinks e io nella ricerca musicale da proporre al pubblico.

Quante, quante stupende serate negli anni a venire. Il locale andava a mille e ormai non era frequentato solo da amici jesolani ma, spargendosi la voce, arrivavano anche tanti volti nuovi dall’entroterra.

Lo Spuntì diventò un punto di riferimento per tantissimi giovani, una casa, un posto pieno di anima e di passione, questa era la sua forza.

Considerate che tra l’interno e la terrazzetta esterna lo Spuntì poteva contenere massimo 150 persone ma, nei weekend, sulla strada se ne radunavano almeno il triplo, un delirio di teste ovunque, musica a manetta, drinks e olè!

Purtroppo però il locale era posizionato proprio in mezzo a una zona residenziale e tutto questo rumore ci portò un sacco di problemi, avevamo 7500 esposti da tutto il vicinato e ormai la cosa era insostenibile, al punto che un giorno il commissario di polizia del tempo ci convocò e ci disse: “onore al merito ragazzi ma lì avete creato una piccola Beirut. O tornate a una tranquilla impostazione del locale o rischiate la chiusura”.

Fu così che ci mettemmo alla ricerca di un nuovo luogo dove trasferire il grande giro di clienti ormai consolidato, anche perché io sognavo un posto dove poter far della musica dal vivo e dell’intrattenimento vario mentre Bicio sognava di affinare sempre più le sue e proposte come barman.

Nel frattanto, un giorno, io decisi di organizzare una festa nello splendido Hotel Casabianca, aiutato, come in una grande squadra, di amici e clienti e da un caro amico di Mogliano (R.I.P).

Fu un successone mai visto, via Bafile completamente bloccata dal traffico e un’infinita coda per entrare alla festa che registrò oltre 5 mila persone di affluenza.

Da lì capii che la mia natura era quella di far spettacolo, di far divertire la gente con le mie idee e i miei sogni e infatti altre feste che da quel momento in poi organizzai fecero tutte centro, ma non era ancora nulla in confronto a quello che la vita da lì a poco ci avrebbe riservato.

Io e Bicio continuavamo la ricerca di un nuovo posto e un giorno ci proposero un locale in zona Faro, si chiamava Terrazza Mare. Così, di getto, non accettammo perché malgrado fosse situato in una location affascinante era in “zona Faro”, a quel tempo considerata off limits, il bronx di Jesolo, un’area dove il degrado regnava: spaccio, risse, delinquenza e chi più ne ha ne metta. Quindi, inizialmente, scartammo l’idea.

Una notte, chiuso lo Spuntì e con un tasso alcolico decisamente elevato, andai fino alla Terrazza Mare. Il locale era chiuso, la struttura consisteva solo di una palafitta sul fiume Sile, l’esterno era quasi inesistente, tutto attorno a me c’era un silenzio spettrale.

Rimasi lì per parecchio tempo e la guardai e la riguardai in lungo ed in largo, finché a un certo punto mi venne un flash, sentii un brivido lungo la schiena e la vidi piena di gente in festa: ecco questo è il ricordo ancora vivo che ho in me e che mi fece decidere di provarci.

Il giorno dopo portai lì mio fratello e gli dissi “Bicio questa sarà la nostra nuova casa”… Bicio accettò.

Estate 1992 apriva Terrazza Mare TeatroBar!!!

Per vent’anni ne ho curato la direzione artistica e quanto della mia persona ho scoperto in quei 20 anni è impossibile da scrivere. Posso dire con consapevolezza e orgoglio d’essere stato il precursore di un mare di cose assieme alla mia metà, Bicio.

Party pazzeschi, concerti memorabili, rassegne di ogni tipo, creatori di mode: una su tutte quella dello Spritz fino a qul momento considerato solo un aperitivo da veci che zioga a tresette. Un luogo deputato all’arte in tutte le sue forme e spettacolo, spettacolo e ancora spettacolo.

Ecco perché “TeatroBar”: un palcoscenico abbinato all’informalità e alla convivialità del bar.

Potrei scrivere pagine e pagine, ma preferisco siano le immagini stesse e i video a raccontarne le gesta.

Nel 2001 tutto si amplificò ancor di più quando decisi di fondare la Fizzo Entertainment: una società che cominciò a organizzare e produrre i grandi eventi nella vergine adiacente spiaggia che in occasione del primo evento decisi di chiamare “Spiaggia del Faro”.

Sembra scontato e banale dirlo ora, ma fino a prima la chiamavano “Spiaggia Faro” o “Spiaggia al Faro” e per me quel “del” faceva la differenza, la rendeva più fluida, più romantica.

Da allora le soddisfazioni arrivarono di prepotenza. Quanti eventi grandiosi, quanti incredibili sogni abbiamo avuto il privilegio di realizzare.

Fatevi un viaggio nel sito e vedrete.

Per chiudere, e lasciare che le immagini e i racconti parlino, voglio ringraziare tutte le persone che hanno lavorato con noi, che in qualche modo hanno incrociato la nostra strada e la nostra vita; ma soprattutto il grazie più grande va alle migliaia e migliaia di persone che son state al gioco, che son state complici di questo sogno.

GRAZIE GENTE, GRAZIE PUBBLICO, voi siete stati noi, noi siamo stati voi!

Terrazza Mare, il nostro Terrazza Mare, quel Terrazza Mare ora non c’è più ma la Fizzo Entertainment invece è qua: accesa, creativa, sognante e ancora pronta a regalar spettacolo, divertimento, MAGIA!

Quella magia che ci ha cresciuti, che ci ha stupiti e lo rifarà, una magia che spero tanto non ci lascerà… una magia… e via!

Buon viaggio!

“Sono consapevole di esser stato il cuore, la mente e l’energia di questa storia fantastica, ma non ci sarei mai riuscito senza l’altra parte di cuore, mente ed energia, grazie fratello, grazie Bicio!!!”

Luca Fizzo

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